lunedì 26 novembre 2012

Comprare un disco dei One Direction è difficile

''...e arriverà prima o poi il momento in cui ti sentirai anche tu vecchio.'' dice sempre mia mamma. E mentre per Madonna questo momento non è ancora arrivato, il mio mi è stato gentilmente sbattuto in faccia da una commessa della Feltrinelli un paio di giorni fa. 
Già in balia di una rigorosa tabella di marcia che, in teoria, dovrebbe portarmi al traguardo della corsa ai regali di Natale in maniera più serena per me e per le mie finanze, evitando così di comprare tutti i regali su un autogrill alle 21.30 del 24 dicembre, ho ben pensato di prendere il disco dei One Direction poiché la mia pigrizia mentale e fisica non mi ha dato alternative da regalare ad una dodicenne.

Sembrava un operazione semplice, e invece arrivo alla Feltrinelli e mi ritrovo davanti ad uno scaffale colmo di roba dei One Direction, ognuno con una copertina diversa. Resto lì per 15 minuti buoni a studiarmi le tracklist di ogni singolo disco fin quando non mi decido, con aria disperata, a chiedere aiuto ad una giovane commessa che con aria sufficiente mi risponde: ''L'ultimo disco dei One Direction è questo. Non si capisce?!''. E per la prima volta in vita mia mi sono sentito mio padre quando, tra un disco di Pino Daniele e un best of dei Queen, dovette chiedere aiuto per trovare il secondo disco di Brinei Spiar da regalarmi al compleanno.

Mi sono sentito vecchio dentro, che è un po' la stessa sensazione che hanno provato tutti quelli che ieri alle primarie del PD hanno votato uno che come ultima innovazione tecnologica ha introdotto Windows95 a casa sua.

venerdì 23 novembre 2012

''Smettetela di dire che Andrea era gay, sciacalli!''


Questo post nasce con la mia personale esigenza di rispondere apertamente al Signor Daniele Di Luciano, autore dell'articolo ''Smettetela di dire che Andrea era gay, sciacalli!''


Non so se Andrea fosse gay o meno, probabilmente a 15 anni nemmeno lui sapeva con con certezza chi fosse, capita a tutti gli adolescenti.
Probabilmente Andrea si stava conoscendo, stava imparando a capirsi come qualsiasi altro adolescente e una Società civile deve dare gli strumenti adatti per evitare il disagio adolescenziale e prevenire il suicidio. Che tu sia etero o gay.

Sciacallare sulla morte è facile, in Italia poi siamo bravissimi, ma è ancor più facile cadere nella banalità di gridare allo sciacallaggio per far passare messaggi ridicoli confezionati ad hoc per farli sembrare giusti, nobili.

Non sappiamo la vera causa del suicidio di Andrea, non sappiamo se era omosessuale, non sappiamo se il suo essere ''diverso'' (che non significa prettamente essere gay) fosse deriso, oggetto di scherno, offeso; ma ricordiamoci che la paura verso il ''diverso'' arriva principalmente da tutta l'intera Società, è da lì che nasce l'omofobia. La Società ha ucciso l'eccentricità di Andrea. Ed è forse questa la vera battaglia per i diritti gay, una battaglia contro una Società ipocrita che disprezza e non accetta ogni tipo di deviazione alla normalità ed è pronta ad ucciderla sul nascere.

Al Signor Daniele Di Luciano che scrive: ''Smettetela di chiedere leggi che vi eleverebbero un gradino più in alto degli etero'', vorrei dire ancora che se bacio il mio ragazzo in pubblico c'è una buona possibilità di essere aggredito verbalmente, psicologicamente e fisicamente; e anche che nonostante 10 anni di convivenza con il mio ragazzo, per lo Stato siamo solamente due estranei. 

Gli omosessuali vogliono elevarsi su un gradino in più solo per poter arrivare ai suoi stessi diritti che mai nessun omosessuale le toglierà. La negazione di un diritto non può basarsi sulle persone che mi porto a letto. Evitiamo di sciacallare anche su questo.

mercoledì 21 novembre 2012

Benvenuti nel Paese di Flavia Vento

Quand'è che dovremmo prendere in considerazione un'affermazione di Flavia Vento? Quando il suo pensiero riguardante il matrimonio per gli omosessuali esprime quello di un intero Stato (quello italiano) che incappa nello stesso banale errore della signorina Vento.

L'infelice affermazione di Flavia Vento: ''per me se due gay si amano devono vivere insieme, amarsi, ma non fare un matrimonio in chiesa con l’abito bianco, no.'' non è altro che la manifestazione di una scarsa intelligenza logica e di una sbagliatissima concezione della parola ''matrimonio'' legata ad una, apparentemente, indistruttibile tradizione di usi e costumi, che tralascia completamente l'aspetto civile e legale che dovrebbe avere ruolo fondamentale nella questione. 
Tale pensiero sempliciotto è comune, soprattutto tra chi ci governa, quindi la signorina Flavia Vento potrebbe anche smetterla con i suoi appelli disperati per entrare in politica, il Vento Pensiero in politica c'è già.

Spogliato il matrimonio delle sue tradizioni, dei Vera Wang e di Enzo Miccio, arriviamo al vero concetto di matrimonio che preserva e dichiara l'unità dei coniugi in ogni situazione legale e civile. Tutto ciò non ha nulla a che fare con la la Chiesa e con il concetto idilliaco di ''amore'', parliamo di un contratto. Noi coppie gay siamo un po' come una casa acquistata senza contratto, ci abitiamo dentro ma se ci cade la parete di una stanza non possiamo nemmeno aggiustarcela perché in realtà quella casa non è nostra. Se il mio compagno sbatte con l'automobile contro un palo non ho nemmeno il diritto di sapere le sue condizioni di salute perché agli occhi dello stato siamo praticamente due sconosciuti. E allora quali i sono i veri motivi dell'esser contro i matrimoni omosessuali?! Nel corso degli anni l'unica risposta che mi sono saputo dare è la scarsa intelligenza di un intero paese.

Chist'è 'o paese d''o sole, chist'è 'o paese d''o mare, chist'è 'o paese di Flavia Vento.

martedì 13 novembre 2012

Hitler e il chirurgo di Nina Moric insegnano

Un po' di anni fa si facevano ancora le vacanze estive con i genitori, Geri Halliwell non aveva ancora lasciato le Spice Girls, l'ultima moda in fatto di cellulari era il GSM e in un villaggio cilentano in cui era tradizione passare il mese di agosto, ebbi il mio primo incontro con i vegetariani. 
Avevano un area del villaggio completamente riservata, spiaggia privata, docce personali e bagni privati come se pisciare nel vaso di ceramica in cui aveva pisciato un mangiatore di Fiorentina e cotto di Parma fosse uno dei 7 peccati capitali. Mia madre li descriveva come una tribù eterea, pare camminassero volteggiando per aria, invece che pestare la terra come tutti noi; eppure lei non ha mai smesso di preparare il suo gateau di patate colmo di cotto e salame.

10 anni più tardi e molte girl band in meno, le cose si sono fatte più serie e i vengani hanno spodestato i vegetariani nell'eterna battaglia al perbenismo ambientale che tanto va di moda negli ultimi anni. Ognuno ha le sue passioni.
Lontano dall'esasperazione vegana e vicino alla concezione che l'essere umano non dovrebbe mangiare care tutto il giorno tutti il giorni, mi viene da domandarmi quando sia giusto spegnere il frigorifero per non consumare energia elettrica e farcelo sapere comodamente dai tasti del nuovo Mac Book attaccato, prima o poi, ad una presa di corrente. Quanto è giusto indossare una cintura di pelle Gucci regalataci al compleanno e insabbiare tutto sotto la parola "RICICLO".
Forse non siamo poi tutti così diversi, e sicuramente non servono i bagni privati visto che l'estremismo non ci ha mai portato a nulla di buono. Hitler e il chirurgo di Nina Moric insegnano.



venerdì 2 novembre 2012

Siamo tutti Bieberine

In un noioso pomeriggio d'autunno inoltrato, googlando il mio nome e cognome (chi non lo fa) ho trovato un mio vecchio profilo Flickr con foto risalenti a quando Simona Ventura faceva ancora parte di Mediaset. Nessuna foto porno e nulla di scandaloso, essere Paris Hilton non è mai stato ''cool'', eppure ho la necessità di eliminare quell'account che non ha utilità di esistere, peccato essersi registrati con quella mail MSN dal nick così imbarazzante che manco te lo ricordi.

Il web è fatto così: se ci butti qualcosa dentro, prima o poi lui te la sputa in faccia di nuovo. In fondo sono fortunato ad aver raggiunto una certa età prima che l'ADSL passasse da optional ad accessorio di serie: se oggi ridiamo tanto delle Bieberine, dei fan dei One Direction e del Selena Gomez Team è forse perché un tempo tutti noi siamo stati esattamente come loro, con l'unica fortuna di non aver avuto la possibilità di condividere col resto del mondo le foto degli Acqua attaccate sul nostro letto come un Santo a caso nella cella di Suor Paola.

Facciamo ammenda ogni tanto, dato che tra quelle foto strappate dal Cioè della compagna di banco  capeggiavano spesso e volentieri anche losche figure della storia umana come i Ragazzi Italiani e Nek.
Alla fine siamo tutti Bieberine.