mercoledì 21 novembre 2012

Benvenuti nel Paese di Flavia Vento

Quand'è che dovremmo prendere in considerazione un'affermazione di Flavia Vento? Quando il suo pensiero riguardante il matrimonio per gli omosessuali esprime quello di un intero Stato (quello italiano) che incappa nello stesso banale errore della signorina Vento.

L'infelice affermazione di Flavia Vento: ''per me se due gay si amano devono vivere insieme, amarsi, ma non fare un matrimonio in chiesa con l’abito bianco, no.'' non è altro che la manifestazione di una scarsa intelligenza logica e di una sbagliatissima concezione della parola ''matrimonio'' legata ad una, apparentemente, indistruttibile tradizione di usi e costumi, che tralascia completamente l'aspetto civile e legale che dovrebbe avere ruolo fondamentale nella questione. 
Tale pensiero sempliciotto è comune, soprattutto tra chi ci governa, quindi la signorina Flavia Vento potrebbe anche smetterla con i suoi appelli disperati per entrare in politica, il Vento Pensiero in politica c'è già.

Spogliato il matrimonio delle sue tradizioni, dei Vera Wang e di Enzo Miccio, arriviamo al vero concetto di matrimonio che preserva e dichiara l'unità dei coniugi in ogni situazione legale e civile. Tutto ciò non ha nulla a che fare con la la Chiesa e con il concetto idilliaco di ''amore'', parliamo di un contratto. Noi coppie gay siamo un po' come una casa acquistata senza contratto, ci abitiamo dentro ma se ci cade la parete di una stanza non possiamo nemmeno aggiustarcela perché in realtà quella casa non è nostra. Se il mio compagno sbatte con l'automobile contro un palo non ho nemmeno il diritto di sapere le sue condizioni di salute perché agli occhi dello stato siamo praticamente due sconosciuti. E allora quali i sono i veri motivi dell'esser contro i matrimoni omosessuali?! Nel corso degli anni l'unica risposta che mi sono saputo dare è la scarsa intelligenza di un intero paese.

Chist'è 'o paese d''o sole, chist'è 'o paese d''o mare, chist'è 'o paese di Flavia Vento.

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